PIOVE.

Forse vengo da un altro pianeta.

Mi sono sempre sentita nel posto sbagliato, finché con questo EP non ne ho creato uno da chiamare casa.

Se cerchi un posto dove puoi essere triste e arrabbiato, questo EP è casa tua, anche se ci piove dentro.

 

Con queste parole l’artista avantpop introduce l’ascoltatore a EP01. In questa “casa”, la tracklist oltre a Quello che non saremo mai (dove si chiede se a essere storta sia lei o il mondo) e l’inno de-motivazionale Fagli vedere chi sei, si popola di altre tre tracce: Come gli alberi racconta l’impossibilità di mettere radici, la spinta di volontà che viene meno con lo scontro con la realtà e con i propri sentimenti e sensazioni, in cui PIOVE. ha – citando De André – un mondo nel cuore, ma non riesce a esprimerlo con le parole e per questo decide di arrendersi (“forse mi arrendo dottore”). SPDP presenta uno scenario post-apocalittico, in cui dentro un cassetto si contano i morti e il protagonista è il silenzio: PIOVE. è piena di pensieri ma non di parole, non sa più come si fa a sognare e decide di rimanere a guardare le macerie che la circondano. In Piove, decide proprio per la chiusura del suo discorso di introdurre il tema della memoria e del ricordo (“mai dimentico”): il brano è il più aperto e morbido di EP01, quasi un abbandono romantico, sempre però spaesato, sospeso.

 

Le influenze glitch e hyperpop danno alle atmosfere musicali dense e cupe di EP01 e alle sue tematiche introspettive ed esistenziali l’ironia di un videogame: EP01 di PIOVE. è un trip musicale fatto di mille domande, tutte sussurrate ma non per questo meno presenti e martellanti. Il tessuto musicale in cui si muove è variegato e fluido, seppur sempre riconoscibile: in EP01 influenze alternative hip-hop si mescolano a elementi elettronici, il cantato sensuale e morbido si fa spesso incalzante e vicino alle barre rap.

 

PIOVE. – e così la sua musica – vive in una continua tensione tra la ricerca di punti fermi e il bisogno di rifuggire quelli che qualcuno ha fissato per la nostra società. Quella di PIOVE. è una resa consapevole e mai retorica, alla complessità del proprio Io e del mondo che lo circonda, ma anche alla sensazione di rifiuto, rabbia e tristezza che scaturiscono dal confronto con sé, come un hikikomori uscito da un fumetto.

 

Il tutto si inserisce però in un universo pieno di riferimenti giocosi, fatto di videogame, 8bit, fumetti e anime. Sin dalla cover, realizzata da Thomas Balducci che ha curato tutto il progetto grafico, PIOVE. è essa stessa un giocattolo:nell’artwork di copertina infatti troviamo la sua action figure, riprova giocosa che tutti siamo dei pezzi di una catena di montaggio. In un mondo grigio, industriale, nuvoloso, che spesso assume i tratti di un non-luogo, PIOVE. è una parentesi pop di colore rosa.

 

PIOVE. è un’artista misteriosa e multiforme, proveniente forse da un altro pianeta, forse da un mondo virtuale, forse così terrena da aver conosciuto il mondo e deciso di abitarlo accettando l’abisso di interrogativi e sensazioni che derivano da quella conoscenza. PIOVE. è un’artista di cattivo umore, che ha deciso di non svelare il proprio volto, ma dal suo cappuccio sa osservare (e osservarsi) e prova a raccontare.